I viroidi, in microbiologia, sono gli agenti patogeni responsabili di alcune malattie delle piante. L’HLVd o “Viroide latente del luppolo”, in particolare, attacca il luppolo e la canapa causando sintomi specifici che compromettono la funzionalità e la vitalità della pianta infetta.
Per saperne di più abbiamo intervistato il biotecnologo Alessandro Conca, fondatore di Biotech and Food, una realtà che, grazie a un centro specialistico di consulenza e a un laboratorio di analisi biotecnologiche in campo alimentare e vegetale, offre servizi a private e ad aziende agricole e alimentari.
Intervista ad Alessandro Conca: il viroide latente del luppolo (HLVd)
Ci può spiegare in cosa consiste questo viroide?
I viroidi sono agenti patogeni molto particolari simili a virus. Se la questione di considerare i virus “esseri viventi” è ancora un dibattito aperto, lo è ancora di più se si parla di viroidi. Come abbiamo forse imparato dalla pandemia di Covid-19, i virus sono semplicemente organismi piccolissimi costituiti da materiale genetico (DNA o RNA) racchiuso da un involucro proteico che lo protegge. Ebbene, i viroidi sono simili ma ancora più semplici: sono costituiti da materiale genetico non incapsulato in un involucro. In questo caso, il viroide latente del luppolo (HLVd) non è altro che un RNA circolare costituito da 256 nucleotidi, che sono disposti nella struttura secondaria specifica del viroide, simile a un bastoncino.
Ma si tratta di una minaccia nuova per le piante?
No, il viroide del luppolo non è una minaccia nuova, ma le ricerche scientifiche su di esso sono scarse. Le prime evidenze di un nuovo viroide che attacca le piante di luppolo si hanno a partire dalla metà degli anni ‘80, le prove della sua presenza in piante di canapa, invece, risalgono a qualche anno fa. L’interesse per questo viroide, che sembra essere spuntato dal nulla, in verità si fonda su una graduale regolamentazione e serietà del mercato che si sta consolidando negli ultimi anni. Problemi che prima sembravano solo marginali possono diventare prioritari soprattutto in un settore in piena espansione, se si considerano le superfici coltivate di canapa o cannabis a livello mondiale.
Perché è così pericoloso e quali conseguenze ha, in particolare, sulle piante di canapa?
Le prove scientifiche come dicevamo sono limitate, ma i principali sintomi riportati sia sulla pianta di luppolo che su quella di canapa sono la riduzione significativa della produzione di terpeni, che danno il profumo alle inflorescenze, e della produzione totale (massa) della pianta, che sembra possa diminuire fino al 30%. Altri segni distintivi in caso di una massiccia infezione sono la spiccata sensibilità alla rottura della giunzione dei rami al tronco e la debolezza dei rami basali che si presentano flosci e piegati verso il basso (detta “dudding disease”). Questi sintomi, come si può immaginare, compromettono sia la qualità del fiore (profumo, produzione…) sia la coltivazione della pianta infetta (vulnerabilità alla rottura dei rami, per esempio a causa degli agenti atmosferici).