Textile Exchange è un’organizzazione no-profit operante in tutto il mondo, che promuove un impatto positivo sul cambiamento climatico nell’industria della moda, del tessile e dell’abbigliamento. Un’azione necessaria, dal momento che secondo un rapporto delle Nazioni Unite, il settore del fashion produce circa il 10% delle emissioni mondiali di CO2; inoltre, le misure adottate finora non sono sufficienti per limitare il raggiungimento di 1.5 C° in più, rispetto ai livelli preindustriali entro il 2030, previsto dall’accordo di Parigi.
Come sappiamo, la canapa in questo caso ha un ruolo fondamentale: a testimonianza del crescente interesse del mondo del fashion per la canapa, l’organizzazione ha dedicato recentemente un report sulla pianta, dal titolo esemplare: “Growing Hemp for the Future”.
In attesa che l’Italia si risvegli, il Nord Europa si è già attivato sulla fibra tessile di canapa: in Francia per la prima volta sono stati dedicati alla coltivazione della canapa per il tessile ben 200 ettari; allo stesso tempo, la cooperativa agricola Chanvrière de l’Aube e l’associazione Lin et Chanvre Bio si sono dotate di macchinari adeguati per la raccolta e produzione di fibra lunga di qualità.